del sito www.lincontro-italia-bulgaria.com

by "Vito" (24/07/2006)

Non avevo mai pensato che un giorno sarei andato a visitare quel Paese, da noi non molto lontano, ma poco conosciuto. Tutto iniziò circa un paio di anni fa, quando tornando a casa dal lavoro, una sera vidi mio figlio vicino il pc e coinvolto in qualcosa che lo teneva lì con molto entusiasmo. Gli chiesi cosa stesse facendo e lui mi rispose che stava parlando, in tempo reale con una sua amica negli States. Dapprima gli dissi di non perdere tempo e di andare a dormire, poi, ripensandoci bene ed incuriosito tornai da lui e gli chiesi come faceva a parlare e con quale mezzo. Scoprii in questo modo l’esistenza di ICQ e me lo installai sul mio pc. Eseguii una ricerca e la prima persona che rispose ai miei banalissimi “hi” fu una ragazza bulgara di nome Maria con cui avevo difficolta’ di comunicazione in quanto non parlava italiano, ma un terribile inglese oltre alla sua lingua madre che era il bulgaro. Riuscii a scambiare alcune parole ma mi resi conto della difficolta’ di farsi capire, ma quella ragazza testarda come me, mi intrigava e continuai a parlare con lei. Per rendere le cose meno difficili, mi attivai per cercare un traduttore italiano-bulgaro che allo stato non esisteva, ma riuscii a trovare delle frasi scritte e la relativa traduzione sul sito Bulgaria-Italia che mi aiutarono un po’ nell’impresa. Successivamente, contattai altre persone bulgare e finalmente trovai qualcuno che parlasse anche italiano, la cara Sissi che pazientemente mi traduceva e mi traduce le frasi e mi spiegava quello che era il loro mondo, la loro vita. Mi colpiscono la sincerita’, la semplicita’ e l’orgoglio di questa gente che suscitano in me la curiosita’ di conoscere questa nazione. La stessa Sissi mi dice che esiste un forum, gestito da un italiano residente a Sofia nel quale si parla di Bulgaria e di Bulgari, mi iscrivo e cerco di partecipare in modo da entrare nella mentalita’ della gente del posto e cercare di capirla. Vengo accolto come “una persona di famiglia” tranne che da qualche utente (guada caso italiano) e mi sento subito a mio agio. Riesco ad attingere informazioni, immagini, a contattare persone che altrimenti non avrei mai conosciuto e comincio a pensare di andare lì a visitare quella nazione che mi affascina sempre più. Mi balena l’idea di andarci in moto e trovo su internet gli appunti di viaggio di un italiano che, prima di noi aveva superato l’impresa, rimanendo entusiasta di questa nazione e della sua gente. Organizzo per l’estate 2005, ma il tutto viene vanificato all’ultimo momento dai miei amici di viaggio che per vari motivi sono costretti a venire meno, anch’io ho problemi di salute nello stesso periodo e rinviamo tutto all’anno successivo. Acquisisco varie informazioni dal forum “l’incontro” che mi consentono di organizzare e pianificare il mio viaggio e di stabilire tempi e tappe. Per noi risulta possibile lasciare il lavoro dopo il Referendum di giugno e, pertanto stabiliamo di partire il giorno 28 giugno col traghetto da Brindisi, alla volta di Igoumenitsa in Grecia. Siamo in 2 io ed Alberto, un mio amico e collega vigile urbano, appassionato di motociclette quanto me. La mattina alle ore 5 sbarchiamo con le nostre Suzuki VStrom e Honda Dejaville sul suolo greco e ci avviamo dalla autostrada, ancora in costruzione, che conduce a Salonicco. Tutto procede per il meglio fino a pochi chilometri da Ioannina dove siamo costretti a lasciare l’autostrada ed ad inerpicarci su strade di montagna fino a Grevena, dove riprendiamo l’autostrada per poi arrivare verso le 13.30 a Salonicco, nostra prima tappa di viaggio. La temperatura è elevata, circa 38 gradi che con le tute da moto e casco, col calore delle moto, ai semafori ti fanno soffrire davvero tanto, giriamo un po’e chiediamo per un albergo, ci dirottano sulla parte alta della citta’ dove troviamo alcuni alberghi, unico problema sono le moto, per le quali non esiste garage, ma la stanchezza prende il sopravvento e decidiamo di lasciarle per strada di fronte alla reception dell’albergo che nel frattempo siamo riusciti a trovare, purtroppo privo di aria condizionata e la notte è quasi impossibile riuscire a dormire. Ma la voglia e l’entusiasmo di arrivare in Bulgaria è troppo forte, per cui, decidiamo di partire di prima mattina alle 5, per la volta di Seres e la frontiera Bulgara. Ci avviamo alla ricerca della strada, in una citta’ caotica quale Salonicco, e ci imbattiamo ad un semaforo in un motociclista che con entusiasmo, si offre di accompagnarci sulla strada per Seres, ci scorta sino ad un semaforo e ci saluta cordialmente mentre lo ringraziamo della cortesia. Percorriamo circa un’ora e mezza di strada in sella alle nostre generose moto tra strade parzialmente in costruzione fino ad arrivare al confine Bulgaro di Marikostinovo. Solita fila, breve, per fortuna, richiesta di documenti di rito, passaggio delle ruote delle moto nel disinfettante e mentre ci controllano i documenti si accorgono che è il mio compleanno. Il doganiere mi chiede di offrirgli in da bere ed io non sapendo cosa fare, cerco di dargli 5 euro per consentirli di farlo con comodo dopo. Questo rifiuta facendomi notare di essere sorvegliato dalle telecamere ed allora niente da fare. Subito dopo i controlli ci fermiamo a cambiare il denaro e ci accorgiamo con meraviglia che i leva sono molto simili agli euro almeno a grandi linee. Dopo questa breve sosta, io ed Alberto, decidiamo di ripartire alla volta di Blagoevgrad dove siamo attesi dalla nostra amica Ilona che ci portera’ a visitare il monastero di Rila. Arriviamo a Blagoevgrad dopo circa un centinaio di chilometri e ci incontriamo con la nostra amica presso un distributore OMV, veloce caffè e partenza per Rila. Dobbiamo subito rilevare che la guida dei bulgari è piuttosto pericolosa e soprattutto veloce, corrono tutti come pazzi, anche la nostra guida che ci precede con l’auto, visto che dice di aver paura delle moto, corre come una matta e siamo costretti a correre anche noi per non perderla. La strada per Rila è tranquilla e corre lungo boschi e torrenti fino alla meta. Una volta arrivati, si percepisce un qualcosa di indescrivibile, ma di palpabile, la serenita’ di un luogo sacro che ti pervade. La nostra amica ci porta in giro per il monastero e ci fa visitare il museo. Finita la visita, torniamo a Blagoevgrad dove e ci rechiamo a pranzo tutti insieme e restiamo fino alle 17 circa per poi ripartire per Sofia, dove siamo attesi la sera dagli amici del forum che ci hanno prenotato le stanze per la notte e ci aspettano in al ristorante per festeggiare il mio compleanno. Entriamo in Sofia e riusciamo ad arrivare fino a Ruski Pamentik, una piazza dove ci incontriamo con Vania e Sissi che ci fanno strada col taxi fino al luogo dove sono state prenotate le nostre stanze. Il primo impatto è devastante, una abitazione che sembra appena uscita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma le stanze non sono proprio male e, soprattutto, c’è il posto per le moto con un cane che fa la guardia e quindi ci fermiamo qui, giusto una rapida doccia e ci rechiamo insieme a Sissi, col taxi al ristorante dove abbiamo appuntamento con gli amici italiani. E’ il giorno della semifinale dei campionati del mondo e roviniamo la serata ad alcuni amici che hanno il piacere di incontrarci eludendo la partita. Finalmente conosco quelle persone con cui ho parlato tante volte nel forum ed in chat e che vedo per la prima volta. La prima impressione è quella di amici che si conoscono da sempre e la serata scorre veloce e cordiale, con scambio di opinioni ed impressioni sulle varie persone. Il mio amico Alberto, pur non partecipando al forum e non avendo amici in chat, si ambienta immediatamente, bisogna dire che questi bulgari ci fanno sentire proprio a nostro agio. Manuel, l’amministratore del forum, italiano sposato con Vania, una bulgara, è una persona cordiale e simpatica, così come sua moglie; conosco di persona anche Sissi che parla molto bene italiano, conosco anche Maurizio un toscanaccio che vive in BG con cui avevo parlato alcune volte e Vili, la sua compagna, persone simpatiche e cordiali, ho di fronte a me Enderlandia, un bulgaro che parla benissimo italiano con accento bergamasco e ci casco anch’io prendendolo per mio connazionale. Dopo un po’ arriva la mia amica Maria, la prima persona bulgara con cui ho avuto contatti. E’ una ragazzona più alta di me di circa 5-10 cm, con un viso molto dolce che si siede accanto a me e con la quale cerco di intavolare una conversazione ma, come al solito, ho difficolta’ a farmi capire anche in inglese, ma mi viene spesso in aiuto Sissi che traduce in bulgaro. Alberto, dopo pochi minuti è perfettamente a suo agio e mostra di gradire pienamente la cucina bulgara, io differentemente da lui, non mangio tutto e sono costretto ad evitare le pietanze che contengono aglio e cipolla, praticamente quasi tutte, e quindi usufruisco di poche pietanze, ma non importa, sono contento di essere tra amici e loro sembrano altrettanto contenti di stare insieme a noi. Verso mezzanotte, l’intermittenza delle luci del locale ci segnala cortesemente di avviarci all’uscita e noi andiamo tutti insieme al Caffe’ Lavazza, ritrovo degli italiani dove incontriamo Pino, un altro italiano che lavora a Sofia e siccome anche il Lavazza sta chiudento, con lui ci rechiamo presso un pub gestito da un italiano dove finiamo la serata, mentre un acquazzone si abbatte su Sofia. La mattina dopo abbiamo appuntamento con la nostra amica Nezi, suo marito Kamen e la loro figlia in un bar vicino il nostro albergo, dove ci incontriamo e ci mettiamo d’accordo per rivederci il giorno successivo a Veliko Tarnovo. Questa gente che non ci ha mai incontrato, è di una cordialita’ e disponibilita’ incredibili che ci sconcertano. Ci prenoteranno un albergo lì e ci attenderanno all’inizio della citta’. Ci salutiamo, mentre loro gia’ si avviano a Veliko Tarnovo dandoci appuntamento al giorno successivo. Cerchiamo qualcuno che ci porti in giro per Sofia e per non essere di peso per coloro che ci hanno gia’ tollerato il giorno prima, contatto una amica conosciuta in chat, Galia che, disponibile come tutti gli altri, ci porta a visitare la capitale della Bulgaria. La sera, ci chiama Maurizio e ci invita ad andare a cena con lui e Vili vicino Sofia dove assisteremo ad uno spettacolo tipico bulgaro con danza sui carboni ardenti. Il ristorante è carino, molto ben curato secondo gli standard europei, con musica folkolorstica bulgara che ci intrattiene per tutta la serata, tranne per una decina di minuti dove, individuati come italiani, ci vengono cantate un paio di vecchie canzoni italiane che apprezziamo. A fine serata Maurizio e Vili ci accompagnano in albergo e ci diamo appuntamento a Varna per incontrarci ancora. Il nostro viaggio prevede la partenza per Veliko Tarnovo il giorno successivo con permanenza di un giorno per visita della citta’. Di buon ora, siamo svegli, una pulita alle moto prima di partire, visto che la pioggia della sera del nostro arrivo le ha sporcate, il tempo sembra buono e, poco dopo, arriva Maurizio con Vili, che ci guidano sulla strada per Veliko Tarnovo. Ci fermiamo a prendere un caffe’ insieme ad un distributore di carburante, qui ci viene chiarito un mistero che ci aveva accompagnato per diversi chilometri, vedevamo sempre un cartello con la scritta “vignette” ma non capivamo a cosa servisse, Vili e Maurizio ci dicono di acquistare questa vignetta che altro non è che una specie di tassa per percorrere le strade della Bulgaria, acquistiamo ed incolliamo l’adesivo sul parabrezza, dopo di che ci salutiamo, dandoci appuntamento a Varna ed il nostro viaggio riprende alla volta di Veliko Tarnovo. Pochi chilometri dopo aver lasciato i nostri amici, all’inizio della strada di montagna, ci sorprendono pioggia e nebbia, ma due pazzi come noi non potevano non essere attrezzati per fronteggiare anche questa evenienza, per cui ci fermiamo un attimo ed indossiamo gli indumenti da pioggia per poter proseguire il nostro viaggio. Piove a dirotto e c’è nebbia, ma la strada è buona e si puo’ camminare tranquillamente, cosa che facciamo con un’unica sosta ad un distributore di carburante, dove rifacciamo il pieno, ci risistemiamo e ripartiamo per Veliko Tarnovo. Alle porte della citta’ ci aspettano Nezi, Kamen ed il loro amico Krasi che ci scortano sino alla casa di quest’ultimo dove potremo mettere le moto in garage e poi andare in albergo. Una doccia calda, rimuove dal nostro corpo il freddo che avevamo sentito durante il tragitto, il tempo di cambiarsi ed i nostri amici portano a visitare un monastero e successivamente ad Arbarnasi, tranquillo posto di villeggiatura a pochi chilometri da Veliko Tarnovo dove passeggiamo per un po’ sotto un celo plumbeo e minaccioso. Finita la gita, ritorniamo in albergo e ci diamo appuntamento per una breve visita della citta’ con cena finale in un ristorante con vista panoramica, tutti insieme. Lì ci congediamo da Nezi e Kamen che ripartono la mattina successiva restando d’accordo con Krasi che dovra’ venirci a prendere per salire di nuovo in sella alle nostre moto e riprendere il viaggio. Il giorno successivo, partiti Nezi e Kamen, andiamo in giro per la citta’ e visitiamo il castello di Veliko Tarnovo, il panorama è bellissimo, ma l’impatto è deludente, sono strutture ricostruite, anche male, in c.a., la manutenzione dei luoghi è pessima così come le indicazioni. Giriamo in lungo ed in largo la zona del castello ed infine torniamo verso la citta’, accolti all’uscita da un puparo che selezionando la lingua inglese, ci racconta la storia del castello di Baldwin. La serata la trascorriamo ancora da soli ed andando in giro, troviamo un locale dove poter mangiare una pizza e bere una zagorka, ovviamente non esattamente quella italiana, ma ci si deve accontentare. Il mattino seguente, puntuale come un orologio svizzero, Krasi, ci viene a prendere col suo taxi e ci porta a casa sua dove sono le nostre moto, ovviamente non capisce una parola di italiano ne’ tantomeno inglese e per ringraziarlo chiamiamo Nezi al telefono e le facciamo tradurre i nostri ringraziamenti. Caricatele moto con le nostre valige, veniamo scortati sino alla strada che conduce a Varna e Balchik, e li’ ci salutiamo nuovamente con un semplice gesto ed una stretta di mano. Sono fantastici questi bulgari, sono carini ed ospitali con noi, in una maniera da stupirci ogni volta, come se fossimo loro vecchi amici. E’ una bella giornata, ripresa la strada per Balchik incontriamo distese di girasoli che ci affascinano tantissimo e ci riportano indietro nel tempo, restiamo incantati da tanta bellezza, il viaggio continua fino a Balchik dove ci aspetta la nostra amica Mariana che ci ha prenotato l’albergo. Verso le 13 siamo lì e tutto procede secondo copione, abbiamo la fortuna di avere quasi in ogni citta’ qualcuno che ci indirizzi correttamente e quindi siamo molto agevolati. L’albergo a Balchik è carino, e confortevole, con affaccio direttamente sul mare ed i vari ristorantini ivi presenti. A piano terra vi è un posto per prendere il sole e la piscina, dove poi ci faranno lasciare le moto, guardate a vista dalla reception. Siamo stati proprio fortunati. Visitiamo il lungomare di Balchik, il giardino Botanico e la residenza della principessa Luisa per poi separarci dalla nostra amica e darci appuntamento per la sera. La sera Mariana e suo marito Marino, vengono a prenderci e passeggiamo un po’ fino ad arrivare in un ristorante con piattaforma proprio sul mare dove mangiamo una pizza e poi, visto che lì è piuttosto fresco, ci spostiamo su una terrazza vicina vedendo una partita dei mondiali sorseggiando una birra e salutandoci a fine serata. La mattina successiva carichiamo nuovamente le moto, salutiamo la nostra amica Mariana,vistosamente commossa, la ringraziamo della sua fattiva collaborazione e ripartiamo alla volta di Varna, dove ci aspettano Maurizio e Vili. Si percorrono agevolmente una cinquantina di chilometri che ci separano da Varna ed entriamo nella citta’. Prendiamo le indicazioni per il centro e proseguiamo per un bel tratto, poi ci fermiamo e chiediamo informazioni ma nessuno sa indicarci nulla, non capiscono l’inglese. Ci chiama Maurizio e ci dice che loro sono vicino la Cattedrale ed il McDonalds, ma non non vendiamo ancora nulla, fin quando un ragazzino, capita la nostra difficolta’ ci fa capire che siamo molto vicini e di proseguire ancora un poco, infatti dopo qualche centinaio di metri incontriamo Maurizio e Vili che ci indicano l’albergo. Ci rechiamo li e prendiamo le stanze, Vili deve andare via ed io, Maurizio e Alberto ce ne andiamo in giro per la citta’, carina e viva, con molte zone verdi, come tutte le citta’ della Bulgaria, fino a finire all’ora di pranzo, in un ristorantino sulla spiaggia dove mangiamo qualcosa. Trascorriamo il pomeriggio andando in giro per la citta’, visitiamo il museo delle navi e di altri mezzi militari e poi lentamente ritorniamo in albergo per riposare un po’, lavarci e cambiarci per ritrovarci la sera nuovamente a cena in un ristorantino tipico vicino al lungomare di Varna. Alle 22 dobbiamo tornare un attimo in albergo per mettere le moto nel bar attiguo che dovremo andare a riprendere la mattina successiva alle 6.00 prima della riapertura. Il giorno dopo alle 6.00 in piedi per riprendere le moto e si riparte alla volta di Burgas, altra citta’ sul mar Nero con sosta obbligata, prima di arrivarci, a Nesebar, lasciamo auto e moto in un parcheggio a pagamento e ci avventuriamo sotto un sole caldissimo tra le vie della citta’ per ammirare le bellissime costruzioni ivi esistenti, mescolandoci ai numerosi turisti. La fame si fa sentire ed il caldo anche, e allora ci fermiamo in un ristorantino vista mare all’aperto per far tacere lo stomaco prima di fare un ulteriore breve giro e tornare al parcheggio per riprendere i mezzi ed avviarci verso Burgas. In serata siamo a Burgas, dove troviamo l’albergo sempre con l’aiuto di Maurizio e Vili e per essere piu’ precisi della loro cognata che si prodiga per trovarci delle stanze con climatizzatore. Breve riposino e poi tutti insieme a cena ad un ristorante italiano (finalmente) dove mi rifaccio delle varie astinenze con un bel piatto di spaghetti ai frutti di mare, chiacchieriamo un po’ con il proprietario e poi ci avviamo a piedi verso il centro della citta’ che a differenza di Varna, non è molto movimentata di notte fino ad arrivare in un locale piano bar dove ci fermiamo a bere qualcosa e terminiamo così la serata. Il giorno successivo, partiamo alla volta di Primosko, un'altra delle rinomate localita’ balneari del mar nero, visitiamo la citta’ la mattina, a me sembra molto simile a Nesebar, poi ci rechiamo in un residence, dove aveva lavorato il defunto figlio di Vili e dove c’erano i suoi amici. Lei resta con i ragazzi, noi andiamo al mare tramite una stradina che attraversa una zona paludosa fino ad arrivare sulla spiaggia, affatto affollata, dove ci stendiamo a prendere il sole e successivamente facciamo il bagno. Nel tardo pomeriggio riprendiamo la strada per Burgas, ci fermiamo a Sozopol dove mangiamo qualcosa sul mare e passiamo a salutare un amico italiano che ha li un ristorante, non ancora completato, dove beviamo qualcosa e poi torniamo a Burgas in albergo per lavarci e cambiarci. In serata ci telefona Maurizio e ci comunica il posto ove ci incontreremo, un ristorante all’aperto nel centro di Burgas, ci facciamo dare l’indirizzo e li raggiungiamo con un taxi. Il giorno seguente sempre con i nostri amici ci rechiamo a mare nei pressi di Burgas e vi trascorriamo l’intera giornata, con la breve interruzione di un paio d’ore per il pranzo. In serata torniamo in albergo e ci salutiamo con i nostri amici che la mattina successiva andranno ad Aitos dove vivono i genitori di Vili. Ci salutiamo da grandi amici e li ringraziamo di cuore per tutto quello che hanno fatto per noi, invitandoli a venirci a trovare quando avessero voluto farlo. Noi approfittiamo del fatto di restare soli e su mia proposta, ritorniamo per cena al ristorante italiano per mangiare una pizza. La mattina successiva, colazione ed operazioni di rito, chiusura valige e loro installazione sulle moto alla volta di Plodiv. Mentre stiamo partendo ci chiama Maurizio e visito che Aitos si trova sulla strada che dobbiamo percorrere, ci invitano a prendere un caffe insieme. Arrivati ad Aitos, ci incontriamo con i nostri amici che ci portano in un bar gestito da un italiano dove restiamo per un’oretta parlando del piu’ e del meno, poi Vili ci invita a casa dei suoi genitori, ed accettiamo con piacere questa ulteriore sosta. Si è fatto tardi e la strada da percorrere è ancora tanta per Plodiv per cui ci salutiamo di nuovo e ci avviamo per la nostra destinazione. Fa molto caldo, percorriamo strade tra distese di girasoli, uno spettacolo unico, ad un certo punto incontriamo un gruppo di bikers che ci saluta e che salutiamo con un cenno della mano, fanno piacere questi piccoli gesti di solidarieta’ tra moticiclisti. Nei pressi di Stara Zagora ci sorprende un temporale e pertanto, reindossiamo le tute anti pioggia che teniamo per una settantina di chilometri, poi ci fermiamo ad un autogrill sull’altostrada e ci liberiamo di tale fardello, visto che nel frattempo il tempo si è rimesso al bello. Pochi minuti per un panino, pieno alle moto e si riparte per Plodiv dove arriviamo in serata; troviamo un albergo dove sistemiamo le moto, ci laviamo e poi si parte in centro della citta’ che è deserta poiché c’è la finale dei mondiali di calcio. Ci fermiamo in un ristorante tipo italiano dove chiediamo una pizza mentre guardiamo la partita, nel locale a fianco si sentono diverse persone che incitano la Francia, noi italiani siamo in netta minoranza, ma il risultato finale è quello che conta e da quanto vedo, la maggioranza dei bulgari tifa Italia e la cosa mi fa molto piacere. La mattina successiva, colazione, si caricano le valige sulle moto e si riparte per Sofia dove in serata saluteremo i nostri amici, prima di tornare in Italia. Troviamo un albergo nelle vicinanze di quello che ci avevano trovato i nostri amici all’arrivo e sistemazione delle moto in un locale chiuso. Facciamo giusto in tempo a portare su le valige che ci coglie un acquazzone improvviso, ma siamo ormai al coperto. Aspettiamo che finisca di piovere e ci facciamo indicare un ristorante dal portiere dell’albergo che è prodigo di informazioni dopo le nostre mance. Seguiamo le sue indicazioni ed arriviamo in un ristorante tipico bulgaro dove ordiniamo due spiedini di carne e patatine fritte, oltre all’immancabile zagorka. Dopo il caffe’ torniamo in albergo e ci riposiamo visto che la sera abbiamo appuntamento con Manuel e Co. In un altro ristorantino tipico bulgaro dove avverra’ il commiato con gli amici bulgari ed italiani visto che il giorno dopo lasceremo Sofia per avviarci verso la Grecia. La serata trascorre in allegria tra un frastuono infernale, ci sono anche dei musicanti in abiti tipici che intrattengono i clienti del ristorante e a fine cena, ci troviamo fuori dal ristorante ci salutiamo con un arrivederci alla prossima volta ed in taxi torniamo in albergo. Il giorno dopo, operazioni di rito, colazione valige sulle moto e si parte per la via del ritorno, ci facciamo indicare la strada da un taxi che ci porta fino a Ruski Pamentic, la piazza nella quale siamo stati prelevati dai nostri amici al nostro arrivo e ci avviamo, con la tristezza nel cuore, alla volta di Blagoevgrad dove ci aspetta la nostra amica Ilona che ci ha prenotato un buon albergo con piscina, sauna, parcheggio custodito, e tutti i confort e che ci porta in giro per l’intera serata. Ci salutiamo anche con lei perché il mattino seguente abbiamo un lungo tragitto da percorrere, infatti abbiamo deciso di non fare sosta a Salonicco e di andare direttamente ad Igoumenitsa dove ci imbarcheremo per l’Italia. Fino alla frontiera con la Grecia ci sono circa 120 km. In prossimita’ di Sandaski ci ferma la polizia che ci controlla i documenti e poi molto cordialmente ci lascia ripartire. Arriviamo alla dogana bulgara, va via circa una mezz’ora per le formalita’ di rito e poi passiamo alla dogana Greca dove ci controllano le valige oltre che i documenti. Finiti gli intoppi ci avviamo in direzione Seres e Salonicco, prendendo poi l’autostrada Atene-Salonicco fino allo svincolo per Kozani dove deviamo e ci immettiamo sulla strada che porta a Kozani-Ioannina-Igoumenitsa. Percorriamo una autostrada quasi deserta, passando vicino a 2 centrali nucleari per l’energia elettrica, dove ci sorprende nuovamente la pioggia e siamo costretti ad indossare nuovamente le tute antipioggia ed arriviamo a Grevena. Dovremmo essere vicinissimi a Ioannina, ma a differenza dalla Bulgaria qui i segnali stradali sono quasi inesistenti e finiamo per fare un giro lungo un centinaio di chilometri sotto un incessante temporale e per strade di montagna, con le moto che su quel tipo di asfalto perdono aderenza e diventano ingovernabili e pericolose, fin quando arriviamo su un tratto di strada in costruzione dove alcuni operai ci danno le indicazioni per reimmeterci sulla strada che porta a Ioannina. Arrivati seguiamo le indicazioni per Igoumenitsa, ma non troviamo piu’ l’autostrada che abbiamo percorso all’andata, ma la vecchia strada che passa attraverso le montagne, incontrando branchi di capre, cavalli, ed animali vari allo stato libero. Siamo stanchissimi e bagnati, ma sappiamo che siamo vicini ad Igoumenitsa e che faremo in tempo a fare la prenotazione per la partenza visto che abbiamo il biglietto aperto per il ritorno. Ad un certo punto ci sembra un miraggio: leggiamo caffe’ italiano (Illy) e ci fermiamo poiché il richiamo è troppo forte, siamo ad una ventina di chilometri da Igoumenitsa, ne approfittiamo per toglierci gli indumenti da pioggia, il caffè è davvero Illy e fatto bene, salutiamo e ripartiamo. Dopo pochi minuti siamo ad Igoumenitsa dove cerchiamo la stazione marittima e ci prenotiamo per il traghetto delle 22,30 che ci riportera’ in Italia. Visto che sono le 19.30 ed abbiamo tempo, considerato che non abbiamo pranzato, ci fermiamo presso un ristorantino sul lungomare e ci gustiamo dei souvlakia e delle patatine fritte insieme ad una birra (erroneamente chiedo una zagorka, ma il cameriere mi guarda stupito e mi dice che ha solo heineken) e concludiamo infine con un ouzo. Ci rechiamo alla stazione marittima, nuovo controllo prima di entrare e ci avviamo al molo 12 dove arrivera’ il nostro traghetto e troviamo gia’ in attesa, due altri motociclisti belgi con le loro BMW ed un italiano con sua moglie che ha fatto il giro del peloponneso in moto. Una volta a bordo, sistemiamo le moto (ce le fanno legare perché si prevede mare mosso), lasciamo la nostra roba nella cabina e ci rechiamo sul ponte dove la malinconia ci assale vedendo la nave partire e mentre si allontanano e svaniscono le luci di Igoumenitsa vediamo la scena finale del nostro fantastico viaggio. Un particolare ringraziamento va a Manuel e sua moglie Vania, a Sissi, a Nezi e Kamen ed i loro amici di Veliko Tarnovo, a Maurizio e Vili ed ai loro cognati, a Mariana e a tutte persone che hanno reso possibile ed agevole questa nostra avventura in moto per le strade della Bulgaria. Siete tutti nei nostri cuori, come dei vecchi e cari amici e non vi dimenticheremo mai.


Do skoro, amici.

Vito ed Alberto

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